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La pianificazione successoria è un ambito del diritto che assume crescente rilevanza, in particolar modo quando si tratta di garantire che i propri beni vengano destinati secondo precise volontà. In questo contesto, i lasciti testamentari si pongono quale strumento giuridico del patrimonio a persone, enti o organizzazioni, coniugando esigenze personali, obblighi di legge e finalità solidali.
Cosa sono i lasciti testamentari
Il lascito testamentario è un istituto previsto dal diritto successorio italiano che consente al testatore di disporre, attraverso il testamento, di una parte del proprio patrimonio a favore di soggetti determinati. La porzione che può essere liberamente destinata prende il nome di quota disponibile, distinta dalla cosiddetta quota legittima che la legge riserva obbligatoriamente agli eredi legittimari, ossia coniuge, figli o, in mancanza di questi, ascendenti. Da un punto di vista tecnico, il lascito rappresenta un atto di disposizione contenuto nel testamento, e deve essere redatto nel rispetto delle forme previste dal codice civile per garantire la piena validità della volontà del disponente. È importante sottolineare che il lascito non coincide con l’intero testamento: mentre quest’ultimo disciplina l’assetto complessivo della successione, il lascito individua in maniera puntuale beni, diritti o somme di denaro destinati a un beneficiario specifico. Negli ultimi decenni si è consolidata la prassi di destinare lasciti non soltanto a familiari o soggetti privati, ma anche a organizzazioni non profit, enti del Terzo settore e fondazioni. Una formula accolta nel migliore dei modi che consente di lasciare un segno tangibile e duraturo, sostenendo attività di carattere sociale, culturale, assistenziale o scientifico.
Come funziona un lascito testamentario
Per comprendere appieno il funzionamento di un lascito testamentario occorre innanzitutto fare riferimento al testamento, che può essere redatto in tre forme principali: olografo, pubblico o segreto. Il testamento olografo, interamente scritto, datato e sottoscritto dal testatore, è la forma più semplice e diffusa, seppur al tempo stesso più esposta a rischi di contestazioni o smarrimenti. Il testamento pubblico, redatto dal notaio alla presenza di testimoni, offre invece la massima garanzia di autenticità e conservazione. Il testamento segreto, pur meno comune, rappresenta una soluzione intermedia, in quanto consente di mantenere riservato il contenuto pur avvalendosi del deposito notarile. All’interno di tali strumenti, il testatore può inserire disposizioni di lascito, specificando con chiarezza la natura dei beni oggetto della disposizione e il beneficiario designato. La precisione è necessaria, poiché eventuali ambiguità possono dare luogo a controversie ereditarie e all’inefficacia della disposizione. L’attuazione del lascito avviene al momento dell’apertura della successione. Una volta accertata la validità del testamento, i beni indicati vengono attribuiti ai beneficiari individuati. In alcuni casi può essere utile nominare un esecutore testamentario, figura che ha il compito di vigilare sulla corretta esecuzione delle disposizioni.
Quali sono le tipologie oggi a disposizione
La disciplina civilistica consente al testatore un’ampia discrezionalità nella scelta della forma del lascito. Un aspetto di crescente interesse è quello dei lasciti solidali, ossia quelle disposizioni testamentarie che devolvono beni o risorse economiche a favore di enti del Terzo settore, organizzazioni non governative, associazioni benefiche o realtà che operano nella cura delle persone più fragili. Questo tipo di lascito permette al testatore di coniugare la pianificazione patrimoniale con finalità etiche, garantendo continuità a progetti sociali, sanitari o culturali che altrimenti dipenderebbero esclusivamente da risorse correnti e donazioni.
Lasciti testamentari a favore di VIDAS
Tra le realtà che beneficiano dei lasciti solidali vi è VIDAS, storica organizzazione non profit che da oltre quarant’anni offre assistenza sociosanitaria gratuita alle persone con malattie inguaribili e alle loro famiglie. Scegliere di ricordare VIDAS nel proprio testamento significa sostenere cure palliative domiciliari e residenziali, servizi psicologici e attività fondamentali che garantiscono dignità e qualità di vita fino all’ultimo istante.


