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rTMS, Crack e Rodopsine: Integrazione Neurobiologica tra Neuromodulazione e Dipendenza


Introduzione

L’abuso di crack, derivato alcalino della cocaina che permette vaporizzazione/inalazione e rapido ingresso nel sistema nervoso centrale, costituisce una delle forme più gravemente dannose di dipendenza da sostanze psicoattive. Esso promuove modifiche neuroplastiche profonde nei circuiti mesocorticolimbici, in particolare attivando in modo eccessivo il nucleus accumbens e compromettendo la funzione esecutiva della dorsolateral prefrontal cortex (DLPFC). Parallelamente, tecniche emergenti come la rTMS e l’optogenetica hanno aperto nuove strade sia nella ricerca neuroscientifica che nella terapia delle dipendenze. È ragionevole partire dal presupposto che la rTMS possa rappresentare una sorta di “modulazione macroscopica” dei circuiti neuronali analoghi a quelli esplorati nell’optogenetica (che invece opera a livello micro-circuitale mediante rodopsine). In questo contesto, l’obiettivo della review è triplice: (i) sintetizzare le evidenze sull’uso della rTMS nelle dipendenze da cocaina/crack; (ii) richiamare i principali risultati sperimentali dell’optogenetica nei modelli di cocaina; (iii) proporre un modello integrato che colleghi neurotossicità da crack, neuromodulazione rTMS e modulazione optogenetica come base concettuale e prospettica per interventi futuri.

Discussione

L’idea che la rTMS rappresenti una forma di “modulazione macroscopica” analoga all’optogenetica è concettualmente potente: la prima agisce su scala corticale, la seconda su popolazioni neuronali specifiche. Entrambe convergono sui circuiti dopaminergici e glutamatergici della via mesocorticolimbica. Le lacune includono l’assenza di studi dedicati al crack, la variabilità dei protocolli e la mancanza di dati a lungo termine. La prospettiva futura è l’integrazione di rTMS con neuroimaging funzionale e biomarcatori (BDNF, HRV, connettività fronto-striato).

Metodi / Materiali

La presente review si basa su una ricerca della letteratura disponibile al 2025, articolata nei seguenti passaggi: Ricerca sistematica di studi clinici, revisioni e metanalisi sull’impiego della rTMS in soggetti con dipendenza da cocaina/crack (Cocaine Use Disorder, CUD) e, laddove disponibili, specificamente in uso di crack. Revisione degli studi preclinici sull’optogenetica nei modelli animali di dipendenza da cocaina (studi che utilizzano rodopsine per stimolare specifiche popolazioni neuronali). Analisi dei meccanismi neurobiologici rilevanti: dopamina, glutammato, plasticità sinaptica, BDNF, connessi all’abuso di cocaina/crack e alle modalità d’intervento della rTMS e dell’optogenetica. Valutazione critica dei limiti, delle lacune e delle prospettive future, incluse le possibilità di approcci ibridi (stimolazione magnetica + modulazione optogenetica, integrazione mappatura funzionale + neuromodulazione). Qualora fosse disponibile, integrazione di dati specifici relativi all’uso del crack e al contesto clinico italiano o europeo.

Risultati

Le evidenze cliniche disponibili mostrano che l’applicazione di rTMS ad alta frequenza (≥ 5–10 Hz) sulla DLPFC sinistra nei soggetti con CUD è ben tollerata e associata a riduzioni significative del craving rispetto a condizioni di controllo/ sham. Studi su coorti ampie (n≈284) hanno mostrato che la rTMS continuata con mantenimento settimanale/ mensile è associata a un tempo mediano al primo uso di 91 giorni e uso medio <1 giorno/mese. L’optogenetica, nei modelli animali, consente di stimolare o inibire in modo selettivo popolazioni neuronali (es. neuroni D1 o D2 del nucleus accumbens) modulando comportamenti di ricerca di cocaina. L’attivazione dei neuroni D1-MSN aumenta la ricerca di cocaina, mentre quella dei D2-MSN la riduce. Gli studi optogenetici hanno identificato i circuiti chiave della ricaduta e della plasticità sinaptica indotta da cocaina.

Conclusioni

Alla luce della letteratura aggiornata al 2025, la rTMS rappresenta una promettente opzione terapeutica per la dipendenza da cocaina/crack, capace di modulare i circuiti fronto-striatali alterati dall’abuso. L’optogenetica, pur confinata ai modelli animali, fornisce un quadro sperimentale di riferimento per comprendere la plasticità sinaptica patologica. Un’integrazione tra neuroscienze di base e clinica – rTMS, neuroimaging e modelli optogenetici – rappresenta il futuro della neuropsichiatria delle dipendenze


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